lunedì 24 novembre 2008

La terrazza sul lago

Lakeview Terrace è il nuovo film di Neil LaBute, regista e drammaturgo americano di cui ho amato soprattutto due film: l'esordio folgorante del 1997, In the company of men, e Nurse Betty, del 2000. Dico subito che quest'ultimo lavoro non è all'altezza di quei due precedenti; ma LaBute ha un tocco particolare, che si percepisce chiaramente anche in questa nuova opera.
I problemi riguardano soprattutto il copione e gli attori, e la loro sintesi sta tutta nel protagonista del film: il poliziotto di colore Abel Turner, interpretato da un Samuel L. Jackson stranamente non eccelso. Il personaggio di Turner non arriva mai alla verosimiglianza: non è tanto il fatto che si tratti di un villain eccessivo quanto contraddittorio; il problema è che le varie componenti del suo carattere sono come scollegate, e semplicemente ammassate una sull'altra: al di là della mancanza di logica - o della perversione di ogni logica - che lo caratterizza, Turner è soltanto un personaggio, e non arriva ad essere persona. Ripeto, si tratta di un problema di scrittura in primo luogo, e di recitazione in misura minore: probabilmente il vecchio Sam Jackson non si è trovato molto a proprio agio nel dover interpretare un personaggio scritto in modo così scombinato: impossibile trovare una "media" emozionale dalla quale partire. Jackson ci mette comunque del suo, ed è sempre un piacere vederlo al lavoro; ma dato che Lakeview Terrace si regge quasi del tutto sul suo cattivo protagonista, i guai diventano molto visibili.
E' un film che vale la pena vedere? Non ne sono sicuro. Ma la cattiveria sincera di LaBute, la sua capacità di sviscerare i conflitti latenti fra le persone a livello sociologico ed emozionale, questa c'è tutta. Dal punto di vista tematico non si vede nulla di nuovo: l'uomo oscuro della porta accanto, il poliziotto corrotto, i problemi etnici a Los Angeles... Tutte cose che fanno parte dell'immaginario hollywoodiano da un bel pezzo. Ma lo sguardo luciferino del regista, il cinismo che non risparmia nessuno, il disincanto al vetriolo danno a questo film il suo unico autentico valore.

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