Il Flauto Magico
Il film inizia con un piano sequenza mirabolante, una danza della macchina da presa e del profilmico con aura da classico, sulle note dell'ouverture dello Zauberflote mozartiano; poi i personaggi iniziano a dialogare... cantando. E' il momento in cui lo spettatore potrebbe rimanere un po' sorpreso; ma l'incanto leggero che caratterizzava l'apertura del film prosegue, per più di due ore. Il bravissimo Kenneth Branagh ha adattato per il grande schermo Il flauto magico e lo ha ambientato fra le trincee della Grande Guerra: il libretto in inglese è di Stephen Fry, che ha scritto anche la sceneggiatura assieme allo stesso Branagh. Gran lavoro, ottima confezione; gli attori ovviamente sono tutti grandi performer lirici, non saprei giudicare la loro arte principale ma davanti alla macchina da presa nessuno fa brutta figura, anzi. Inutile secondo me farsi domande, anche questo è cinema: nonostante qualche calo di tensione, il film è un'opera omogenea, rigorosa (dal punto di vista cinematografico) e anche coraggiosa; avvicinare il cinema alla lirica non è cosa di tutti i giorni, Branagh e i suoi ci sono riusciti molto bene. Complimenti.
2 commenti:
che schifo
Brillante! Sei il simbolo dei nostri tempi, caro Anonimo: getti la pietra e nascondi la mano! Non si capisce neppure se ti riferisci al film o al post... Che senso ha il tuo commento? Nessuno! Avanti così che vai bene! E impara a prenderti le tue responsabilità, povero scemo!
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