I testimoni
Sono molto affezionato al cinema di André Téchiné: questo regista francese, uno dei migliori oggi in circolazione assieme a Robert Guédiguian, è un grande artigiano ma soprattutto un grande Autore. Il suo linguaggio filmico è sommesso e reticente, ma anche forte e solido. Un maestro con gli attori, Téchiné racconta spesso delle distanze, fisiche e mentali, fra gli uomini, con una grande capacità introspettiva e una grande pietas verso tutti i suoi personaggi; cinema dell'altrove, dell'insolito nel quotidiano, del silenzio e dell'ascolto. Con questo ultimo Les Temoines il regista ritorna nella Parigi dell'estate 1984 per narrare l'ingresso dell'AIDS nella vita di un gruppo di amici e nell'immaginario occidentale. Dico subito che il film è meno riuscito dei precedenti: la sua forza sta soprattutto nella ricostruzione storica e nell'analisi sociologica del milieu parigino dei primi anni ottanta, caratterizzato da una grande e spregiudicata vivacità sessuale; ma proprio questa vivacità nelle relazioni rischia - nel film - di togliere credibilità ai personaggi coinvolti. E' come se i rapporti rappresentati nel film, etero od omosessuali che siano, possiedano una verosimiglianza che i personaggi stessi non hanno, nelle loro scelte e decisioni: Téchiné ha tentato di rappresentare un ambiente 'facile', ma ha finito con il semplificare troppo i suoi stessi personaggi. Il film rimane comunque importante, per la sua trasparenza morale e per il suo essere appunto, al di là di ogni difetto, una vera testimonianza: attitudine alquanto rara nel cinema di oggi.
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