domenica 21 gennaio 2007

Le luci della sera

Il principe Myskin oggi vive a Helsinki e lavora come guardiano notturno; ha cambiato nome - ora si chiama Koistinen - e abita da solo in periferia. La notte è la sua vita e la materia di Le luci della sera (2006), l'ultimo lavoro di Aki Kaurismaki: film bellissimo e disperato che tenta di accendere un lume nell'oscurità.
Quasi ogni cosa nella vita di Koistinen è uguale a se stessa, giorno dopo giorno: la sorveglianza ai negozi di un centro commerciale, il ritorno a casa, la solitudine, l'alcol per tentare di alleviarla. Quasi tutto oscuro e senza significato; tranne la speranza che tutto possa cambiare. Koistinen custodisce questa speranza dentro di sè, la contrappone al nulla quotidiano e la usa come antidoto per sopravvivere agli incontri con i propri simili, manichini che hanno perduto l'anima da molto tempo. Lo stesso Koistinen è cieco: non sa riconoscere la luce dal buio, l'amore dall'interesse; il suo sguardo cupo e malinconico si ostina a vedere quello che non c'è, e a non vedere forse fino alla fine ciò che potrebbe davvero salvarlo. Le luci della sera racconta della forza che il perdono presuppone, ma anche di quanto sia profondamente umana, quindi debole e inutile, la vendetta. L'amore è ancora l'unico rimedio, ma saperlo usare è sempre più difficile.
Il film è splendidamente lunare, distante e antinaturalistico quanto lo erano Nuvole in viaggio (1996) e L'uomo senza passato (2002), ma l'allegria di questi ultimi è un lontano ricordo. Il cast è da applauso, con il protagonista Janne Hyytiäinen (purtroppo non molto noto in Italia, non solo a causa del suo nome) che recita come Gary Oldman e Steve Buscemi messi assieme (se vi pare poco...). Le luci è uscito da poco in Italia, e ho il sospetto che non rimarrà ancora per molto sugli schermi nazionali: il mio umile consiglio è dunque di cercarlo e andare in fretta a vederlo, ne vale davvero la pena.

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