Il mio migliore amico
Patrice Leconte è il regista de L'uomo del treno e di Confidenze troppo intime. Dispiace ricordarlo, soprattutto mentre si è seduti in platea a guardare Il mio migliore amico, che è un fiasco quasi totale, una vera tristezza. Leggo la filmografia del regista e vedo che nei due film precedenti Leconte stava "soltanto" dietro la macchina da presa, mentre qui è anche scrittore: la cosa mi intristisce ancora di più, perchè avevo creduto che questo signore parigino fosse proprio un originale, oltreché bravo nel tirare fuori il meglio dai suoi attori. E invece guardate il finale del film, quindici minuti della versione francese di "Chi vuol essere milionario", il tutto senza alcuna poesia trasfiguratrice (e ce ne vorrebbe, di tale poesia, in una scena del genere); guardate Daniel Auteuil, uno dei più bravi attori francesi in circolazione, stracco e automatico quanto mai prima d'ora, che non ce la fa proprio a rinvigorire questa storiella finto-eccentrica e troppo edificante sui benefici di una sana vita sociale... Avanti, speriamo sia solo un incidente di percorso e continuiamo a fare il tifo per il buon Leconte.
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