Morte di un Presidente
Davvero inquietante Death of a President, di Gabriel Range: non saprei dire se più per la forma o per la sostanza. Il film è un grandioso mockumentary, ovvero un finto documentario, sull'assassinio di George W. Bush a Chicago il prossimo 19 ottobre. La produzione e la regia sono inglesi, lo si vede bene dalla cura della messa in scena: non ci sono cadute di tensione narrativa, e i momenti più causticamente divertenti sono quelli in cui la storia si fa più tragica. A tratti il film è davvero incredibile (per modo di dire), ad esempio nella scena dell'orazione funebre di Dick Cheney, divenuto il 44° Presidente degli Stati Uniti, sul feretro del predecessore: ma come hanno fatto a girare la scena di qualcosa che non è accaduto realmente?, ci si chiede in platea; mentre vengono in mente quei filmini di Osama Bin Laden che ogni tanto comparivano sugli schermi televisivi di tutto il mondo, o la registrazione video dell'aereo che cadde sul Pentagono l'11 settembre 2001. Se l'ironia è (cito da dizionario) un "particolare modo di esprimersi che conferisce alle parole un significato contrario o diverso da quello letterale, con intento critico o derisorio", questo film non è ironico: il suo intento è anche critico e derisorio, certo, ma bisogna riconoscere che le ipotesi sul futuro degli Stati Uniti dopo un fatto del genere sono del tutto plausibili. Per quello che conta, l'amministrazione Bush non ha fatto commenti; il film è stato rifiutato da due grandi catene di sale cinematografiche a stelle e strisce, prima di approdare sugli schermi americani grazie alla non famosissima Newmarket Films. Costo dei diritti di distribuzione, un milione di dollari: tutti volevano vederlo...
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