The Bourne Ultimatum
Avevo visto il primo film della serie quando era uscito, qualche anno fa, e mi ero divertito molto. Poi ho visto in DVD il secondo, che era molto diverso dal primo, e mi aveva detto poco (forse, anzi sicuramente, perché non l'avevo visto sul grande schermo, e in una sala buia: andare al cinema fa ancora molta differenza, anche per un action movie). Infine ho visto il terzo episodio, che invece è davvero uno spettacolo pirotecnico, pura adrenalina, una goduria. The Bourne Ultimatum, come il capitolo precedente The Bourne Supremacy, è diretto da Paul Greengrass (Bloody Sunday, United 93) e scritto da Tony Gilroy; il primo episodio invece era diretto da Doug Liman e si vedeva, perché c'era meno azione e qualche articolato tentativo di introspezione, se non ricordo male. Greengrass e Gilroy hanno cambiato molto il personaggio, lavorando di sottrazione e compensando con un copione a prova di bomba e dosi massicce di montaggio tarantolato più macchina a mano, condendo infine il tutto con repentini cambi di ambientazione (Ultimatum è stato girato a Mosca, Londra, Torino, Madrid, Tangeri e infine New York). Matt Damon è talmente bravo che il suo personaggio, un ex assassino della CIA vittima di un programma di addestramento "sperimentale", riesce ancora a sembrare un essere umano nonostante il volto costantemente corrucciato e la (finta, voluta, apparente) inespressività. La saga è stata tratta da un romanzo di Robert Ludlum: non so quanto vi sia del testo di partenza, ma so che in platea tocca trattenere il fiato per quasi due ore, incollati alla poltrona. Anche questo è Cinema, per fortuna.
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