Ocean's 13
Il terzo episodio della serie Ocean's 1X sancisce la nascita di un nuovo genere, il cinema da aperitivo. Il luogo più sensato per godere di questa roba non è la cara vecchia sala buia, ma uno di quei serragli tipo drive-in, mentre la gente davanti allo schermo beve sprizz o negroni, chiacchierando con altra gente e appoggiando talvolta lo sguardo bovino sulle immagini che si muovono, nelle pause delle conversazioni. Ocean's 13 è esattamente questo: il vuoto pneumatico, la pressione zero, il nulla assoluto. Non c'è una storia che possa essere raccontata, non ci sono attori nel vero senso della parola (perfino Al Pacino sembra avere subito il lavaggio del cervello), non un barlume di intelligenza o di arguzia. Niente. Se Soderbergh vuole darsi al telefilm americano di bassa lega, mi chiedo, perché non si fa da parte e libera spazio nelle sale buie, perché non fa un favore a chi ha davvero qualcosa da dire? Oppure bisogna pensare che abbia bisogno di soldi, e sfrutti noi spettatori estivi, annoiati e un po' fessi, che perseveriamo nel prestargli attenzione nonstante le sue ultime pessime prove. Del resto come si può pensare che l'autore di un film del genere sia in buona fede? Faccia degli home movies, se proprio vuole divertirsi con gli amici.
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