USA contro John Lennon
Un bel documentario che racconta gli anni americani di John e Yoko dopo la fine dei Beatles; la prima sequenza che mi viene in mente è quella dei roghi di dischi dei Fab Four ad opera degli zelanti integralisti cattolici statunitensi (sì, proprio roghi, come succedeva coi libri in Europa un quarto di secolo prima) dopo che, per voce dello stesso Lennon, i quattro di Liverpool si erano dichiarati "più famosi di Gesù". E' la prima immagine che i registi del film - David Leaf e John Scheinfeld - danno della moralità del loro Paese; più avanti nel film tale moralità verrà impersonata di volta in volta da Richard Nixon, dal suo consigliere Gordon Liddy (ancora convinto del proprio operato, dovreste vederlo), dal capo dell'FBI J. Edgar Hoover, con il triste corredo delle immagini di un altro repertorio, quello del Vietnam.
John Lennon amava molto New York, e voleva assolutamente viverci; per questo si battè, vincendo infine, contro le macchinazioni architettate - incredibile, a pensarci - dall'FBI per espellerlo dagli Stati Uniti, dopo che il cantante stava diventando, secondo i canoni del Bureau, troppo pericoloso politicamente. Pare che lo stesso Nixon sapesse di tali manovre (ma c'è qualcosa che Nixon non sapeva?): secondo Walter Cronkite, se Nixon avesse stilato una lista dei suoi peggiori nemici durante il suo duplice mandato, Lennon sarebbe stato in cima. USA vs. John Lennon è una ricognizione asciutta e incisiva degli anni che cambiarono la Storia degli States, compiuta anche attraverso interviste a molti fra coloro che quella Storia scrissero - nel bene e nel male - con le proprie azioni: Ron Kovic, Bobby Seale, John Sinclair, Liddy, Cronkite, la stessa Yoko Ono. Ma il film va visto anche, e forse soprattutto, per vedere e sentire parlare il vecchio John, un vero working class hero, che sapeva esattamente quello che voleva dire e come dirlo, in ogni momento; forse perché allora e in quel luogo era ancora chiaro chi fossero i buoni e chi i cattivi, e Lennon sentiva di stare dalla parte giusta, senza quell'ingenuità che il film tende talvolta ad attribuirgli. Potessimo incontrarne ancora, di gente così...
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