mercoledì 4 marzo 2009

Appaloosa

Ed Harris e Viggo Mortensen recitano insieme, in un film diretto dallo stesso Harris. Ovvero, due dei miei attori preferiti - uno dei quali è anche un bravo regista - in un western. C'era da sperare molto bene, perlomeno in termini di divertimento; e invece Appaloosa mi ha lasciato freddo. Non sono deluso, ma non mi sono nemmeno divertito molto a vederlo. Adesso che ci penso, però, non mi sembra che si tratti di un incidente. In altre parole, se un film può fare dei piani, credo che quello di Appaloosa sia non divertire.

Ed Harris, lo ripeto, è un bravo regista; ho anche il sospetto che non gliene freghi assolutamente niente dei soldi o del successo. Questo è il suo secondo film come autore (ha anche scritto la sceneggiatura, assieme a Robert Knott, adattamento di un romanzo di Robert Parker) dopo il bellissimo Pollock che risale al 2000. Ma Harris è prima di tutto un attore; quando e se ha voglia di fare l'autore lo fa (bene), altrimenti no: già questo potrebbe far venire il sospetto che il film non aspiri a essere un blockbuster.
Appaloosa è effettivamente un'opera gelida e anti-spettacolare. Le ambientazioni e i costumi sono stilemi western, ma gli elementi canonici del genere si fermano lì. Guardate le sparatorie e i duelli: non c'è un minimo di tensione in essi, nessuna suspence. Semplicemente qualcuno ammazza qualcun altro, e nemmeno di sorpresa. Ci sono questi due protagonisti beckettiani che vivono in simbiosi "professionale" da anni, pur dialogando soltanto il minimo indispensabile, ma che alla fine si separeranno all'improvviso senza battere ciglio. La recitazione di Harris, Mortensen, Renée Zellweger e Jeremy Irons è forzatamente inespressiva, senza alcun pathos. I paesaggi, di solito un punto di forza del genere western, non sono grandiosi, ma squallidi e desolati... Potrei andare avanti ancora con segni e dettagli, ma ce n'è abbastanza per sospettare che Appaloosa sia in realtà un ritratto della desolazione nelle relazioni umane: i sentimenti, in altre parole, non sono nient'altro che un peso, un problema. Meglio non averne, essere cavalieri solitari, piuttosto che andarsi a impelagare nell'amicizia o nell'amore, che sono peggio delle sabbie mobili: quando uno ci crede, rimarrà per forza scornato e abbattuto, deluso, truffato, in sostanza perderà sempre qualcosa. E così la forma fredda e apparentemente squallida del film è in realtà lo specchio perfetto della sua sostanza. Per forza, dunque, è un film che lascia freddi; quello che conta è che in realtà Appaloosa è un bel film, e Ed Harris è sempre un grande.

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