martedì 3 febbraio 2009

Revolutionary Road

Revolutionary Road è il primo romanzo di Richard Yates, scrittore americano che in Italia è poco conosciuto ma in patria ha avuto influenza su gente come Raymond Carver e Richard Ford. Il film è molto bello, e straziante: la sceneggiatura di Justin Haythe è ottima, i protagonisti sono vivi, reali nella loro isteria e disperazione, immersi fino al collo in un male di vivere che non ha vie di fuga. Ed è il contrasto il tema principale di Revolutionary Road: contrasto fra sogno e realtà, fra marito e moglie, fra la superficie algida di esistenze perfettamente realizzate e il rovello implacabile nelle anime dei protagonisti, dolorosamente coscienti della propria ipocrisia e della propria cattività in un contesto sociale totalmente fasullo.
La regìa di Mendes mi fa tornare alla mente un suo bellissimo film di qualche anno fa, American Beauty: c'è la stessa atmosfera, una colonna sonora molto simile, una fotografia (di Roger Deakins, grande) tanto bella e luminosa quanto significativa nel nascondere la realtà delle cose, piena di oscuro dolore. Come in American Beauty, anche in Revolutionary Road l'apparenza è terribilmente opposta alla verità; oggi come allora il regista scava a fondo, impietosamente, nello spazio oscuro fra ciò che sembra e ciò che è.
La recitazione di Kate Winslet e Leonardo DiCaprio è ottima: sono perfetti per interpretare una coppia di outsiders nascosti, nevrotici e dalla doppia faccia. La Winslet è tanto addolorata e arrendevole da essere commovente, DiCaprio è pieno di rabbia e frustrazione, e sa sfiorare la follia; entrambi sono mirabilmente patetici. E c'è qualcosa di geniale nel loro essere di nuovo insieme dopo Titanic: se nel film di James Cameron i loro personaggi, giovani e ingenui, si imbarcavano per un viaggio dall'Europa all'America, pieni di desideri e speranze, il percorso che vorrebbero intraprendere Frank e April Wheeler in Revolutionary Road è esattamente l'inverso. Lasciare il suburbio da cartolina del Connecticut per farsi una nuova vita a Parigi, tornare ad essere giovani e spensierati anche a trent'anni e con due figli a carico. Insomma è come se Jack e Rose ci fossero arrivati insieme in America, e ora, dopo aver compreso quanto i loro sogni fossero soltanto illusioni, avessero deciso di tornare indietro.

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