sabato 19 maggio 2007

Spider Man 3

Ah, dimenticavo: un paio di settimane fa ho visto Spider Man 3, di Sam Raimi. Io sono un grande ammiratore di Raimi, il suo film più bello è A Simple Plan, del 1998, il suo capolavoro. Qui, con il terzo episodio dell'Uomo Ragno il livello è un po' più basso, ma stiamo parlando di un altro tipo di film: un serial, un blockbuster, anche se l'intera saga di Spidey - tutta diretta da Raimi - è senz'altro notevole, prima di tutto per l'iniezione di umanità e di debolezza interiore che il regista fa al suo eroe. E d'altronde, qual è il momento più interessante nella vita di un supereroe Marvel? Quello in cui il Male si insinua nel Bene come un virus in una cellula sana; ed è quel che capita in questo terzo episodio: Spider Man diventa cattivo, vendicativo, egoista e presuntuoso, una vera goduria; intanto in città l'unica cosa importante è dare spettacolo, chi compie le imprese più eclatanti viene subito idolatrato dai media, per poi cadere in disgrazia il giorno dopo al minimo sospetto di errore. Mi ricorda un po' quello che capita nelle nostre città, nel mondo reale (ammesso che ancora ne esista uno)... Ad ogni modo, a parte i vari aspetti edificanti il film tesse abbastanza bene la sua tela - pur con qualche smagliatura di troppo - e riesce a catturare lo spettatore grazie agli immancabili (ottimi) effetti speciali e alla faccia di gomma di Tobey Maguire, che sembra davvero un personaggio dei fumetti con la sua capacità di incarnare la schizofrenia di Spider Man in ogni dettaglio. Bella e brava Kirsten Dunst, la cui sensibile interpretazione conferisce al film una tridimensionalità "spirituale" che non stona con il bozzettismo del contesto.

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