venerdì 20 luglio 2007

L'uomo di vetro

Un grande film, duro, asciutto, pieno di disperazione e di autentico eroismo: questo è L'uomo di vetro, ultimo lavoro del bravissimo Stefano Incerti. Il film racconta la storia di Leonardo Vitale, il primo pentito di Cosa Nostra, che iniziò a collaborare con la giustizia nel 1972 a Palermo. Tratto dal romanzo omonimo di Salvatore Parlagreco, il film è interpretato dallo straordinario David Coco assieme ad Anna Bonaiuto e Tony Sperandeo. Incerti ha costruito magistralmente un film "doppio", come duplici sono l'animo del protagonista e la società in cui egli vive: Vitale è un assassino, ma è come se il male che ha compiuto fino ad un certo punto della sua vita non lo riguardasse da vicino; poi in lui inizia una sorta di doloroso tormento, che non lo abbandona se non dopo avere raccontato tutto quello che sa ai magistrati, senza altro fine se non quello di purificare la propria anima e arrivando perfino ad infliggersi pesanti punizioni corporali nell'intento di pagare più duramente per i propri errori. Allo stesso modo la famiglia e la società che circondano Vitale hanno una doppia faccia: quella accogliente e consolatoria ma anche opprimente dei sentimenti, e quella opaca afona e terribile dell''onore' mafioso, con la sua bestiale violenza e la sua totale assenza di pietà. Tali dimensioni nel film sono irrimediabilmente mescolate fra loro, nucleo familiare e contesto sociale sfumano uno nell'altro senza soluzione di continuità; se questo è uno dei più grandi meriti della regia e della scrittura, il protagonista del film appare tanto più grande e nobile in quanto tenta di fuggire dalla sua situazione, prova a ritrovare la sua anima e a riportarla alla vita, ben conscio delle conseguenze e senza mai rinnegare le proprie scelte. Il vetro del titolo sta a simboleggiare proprio questo: il protagonsita, oltre ad essere terribilmente fragile, è diverso da chi vive intorno a lui proprio perché cessa di essere opaco per tentare di divenire trasparente, ha la forza di guardare dentro di sè e di mostrarsi per quello che è in realtà: nessuna delle persone intorno a lui ha mai il coraggio di arrivare a tanto; la storia di Vitale trascende in tal modo il contesto mafioso e diventa un esempio da seguire, ovunque.

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