sabato 17 novembre 2007

Dedicato (con invidia) a chi sa ancora sperare

Questa mattina ho trovato su BlogBabel il link a questo articolo di Repubblica. L'articolo risale a un giorno e quattro ore fa (in questo momento), il fatto a cui si riferisce lo precede di un giorno. Tutti i giorni visito più volte il portale web dell'Ansa, dove questa "notizia" non è mai apparsa. Sul nuovo sito del Corriere, nemmeno. Nulla nei TG. Un fatto senza peso? Su BlogBabel si può trovare la discussione (assai esile) che l'articolo ha generato nella blogosfera italiana: non ho quasi nulla da aggiungere, a parte che in alcuni interventi ho notato una certa propensione a ignorare i possibili significati del fatto riportato, per concentrarsi su aspetti "tecno-sociologici" o addirittura per giustificare, banalmente e con motivazioni assurde e incomprensibili, gli autori del gesto. Nessuna rilevanza data all'aspetto "razziale" della vicenda, per fortuna. Segno che l'integrazione ha smesso di essere un problema? Lo spero. Per quanto mi riguarda, rimango attonito e allibito, in un silenzio interrogativo che non otterrà risposta alcuna, evidentemente. Per inciso, l'Ansa riporta in queste ore un'altro evento agghiacciante, accaduto negli Stati Uniti ma legato al precedente da un filo ancora quasi invisibile: il filo che conduce alla faccia più oscura della tecnologia, a ciò di cui si parla soltanto per lanci d'agenzia (quando capita) o brevi flash mediatici destinati all'evanescenza. Ma il bullismo elettronico, fenomeno in Italia ancora ignorato, non resterà a lungo una semplice etichetta da appiccicare a fatti di cronaca nei quali la violenza giovanile si mescola all'utilizzo "pop" della telematica: c'è ben altro in ballo. Il cyberbullying è soltanto uno degli aspetti sensibili della rivoluzione in corso, oscura e inquietante. Non ho idea di cosa stia accadendo; immagino abbia a che fare con la tecnologia e la scienza e con l'impatto che esse avranno sulle vite e sulle coscienze, rimodellandole in modo imprevedibile; e non saranno soltanto rose e viole, questo è certo. L'onda è ancora lontana, ma si avvicina alla riva. Saremo pronti? Non credo.

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