giovedì 23 ottobre 2008

Miracolo a Sant'Anna

Non mi è piaciuto l'ultimo joint del vecchio Spike, ci ho visto diverse cose che non funzionano. La prima è il racconto: casca a pezzi, la forma non tiene. Il film è una serie di episodi accatastati, che non riescono a farsi flusso; eppure il film comincia bene, il colpo di scena iniziale promette benissimo. Poi il copione (tratto da un romanzo di James McBride, chiunque esso sia) comincia a disporre i pezzi sulla scacchiera, e piano piano il film perde mordente: è la cosa peggiore che possa capitare in un film di Spike Lee, di solito narratore sopraffino con un gran senso del ritmo. Stavolta di ritmo ce n'è ben poco, e stare seduti davanti allo schermo è a tratti davvero pesante; anche se la storia alla fine diviene chiara, in modo banale e prevedibile, spesso le scene che si susseguono sembrano non avere rapporto con quelle che precedono o vengono dopo. Un altro guaio del film sono i personaggi, maltrattati dalla sceneggiatura e dalle recitazioni approssimative (ricordo solo il cameo iniziale di John Turturro, il volto di Omero Antonutti e quello del bambino, Matteo Sciabordi, assai intenso). Non c'è emozione, manca quasi la tridimensionalità sui volti dei giovani soldati di colore; mentre sul versante italiano non sono migliori le prestazioni di Pierfrancesco Favino e Valentina Cervi, per tacere del macchiettismo con cui sono dipinti i personaggi italiani di contorno o alcuni ufficiali tedeschi. Probabilmente il regista non si è trovato bene nella sua prima coproduzione internazionale, non ha avuto le mani del tutto libere, chissà; fatto sta che il film è approssimativo e si trascina per due ore e mezza senza concludere granché. Il terzo grande problema poi è la troppa carne al fuoco: Lee tenta di mettere assieme la lezione di storia (buona e giusta) sui soldati di colore odiati dal loro Paese e un ritratto (malriuscito e superficiale) della piccola comunità italiana, il film di guerra dalle suggestioni soprannaturali e il thriller... C'è anche qualche merito: i conflitti a fuoco sono abbastanza ben girati, la violenza ha sua brutalità inesorabile che non fa sconti, e i soldati tedeschi sono quasi sempre esseri umani, non macchine per uccidere o mostri assetati di sangue; troppo poco comunque, per fare un film.
Alcuni link sull'eccidio di Sant'Anna di Stazzema: Wikipedia, il sito ufficiale, una puntata di "La Storia siamo noi".

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