giovedì 8 gennaio 2009

Happy-Go-Lucky

Mettiamo subito in chiaro una cosa: Happy-Go-Lucky non è una commedia. E' un film bellissimo, scritto diretto e recitato alla grande, ma non è per niente "leggero". Anzi, ora che ci penso mi viene in mente che questo potrebbe essere il "positivo" di un altro film di Mike Leigh, lo splendido Naked, del 1993. I due lavori sembrano in effetti simmetrici: Poppy, la protagonista di Happy-Go-Lucky, è l'esatto opposto di Johnny, protagonista di Naked: pur avendo in comune un'ironia affilatissima e un sarcasmo bruciante, i due "utilizzano" le loro doti intellettuali per scopi totalmente divergenti. Se Poppy vuole amare gli altri, Johnny odia; Poppy vuole costruire, Johnny distruggere; lei vuole tentare di comprendere, lui soltanto condannare. Entrambi, in ogni caso, si scontrano con la realtà che li circonda.
Non è facile parlare a ragion veduta di questi film: si tratta di opere difficili e complesse, su cui tornare e ritornare. Io ora mi chiedo semplicemente: perché questa apparente simmetria, a distanza di 15 anni? Non credo che Leigh sia un autore ottimista, la sua visione delle cose è abbastanza cupa, e sicuramente piena di disincanto. Quindi immagino che, fra il furore distruttivo di Johnny e il carattere solare di Poppy, l'autore abbia una preferenza. Quel che davvero importa però, è che anche la stessa protagonista di Happy-Go-Lucky non è priva di ombre: ovvero, non è soltanto una persona buona e incompresa che riesce a vivere nonostante tutto in un mondo di indifferenza e cattiveria. Anche lei è in grado di fare del male, e di essere crudele. Anche lei è egocentrica, anche lei giudica; è un personaggio delizioso non perché risulta molto "simpatica", bensì proprio perché è assai "complicata".
Allora forse non si tratta di simmetria, per quanto riguarda il rapporto fra questo film e quello del 1993: in realtà entrambi i racconti hanno al proprio centro personaggi dalla natura assai particolare, che diventano notevoli e "diversi" a causa di alcune componenti eclatanti del loro carattere. E credo che la chiave non stia nei protagonisti, ma nel mondo intorno ad essi: ovvero, Leigh usa i personaggi principali in modo da raccontarci, per contrasto, come vivono coloro che li circondano. I protagonisti sono come delle lenti particolari attraverso cui osservare la realtà: e sempre con lo stesso risultato, ovvero la percezione di quanto essa sia misera e povera e deprimente. Quindi in fondo è inutile chiedersi perché esistano persone come Poppy, o il suo omologo nero Johnny: a Leigh non interessa tanto esplorare la loro interiorità (per quanto questi personaggi siano scritti e rappresentati in modo magistrale), quanto il loro contesto. Poppy è semplicemente "sopra la media", e da là può vedere meglio, per differenza, come vanno le cose a coloro che nella media ci sono fino al collo.
Un applauso a Mike Leigh dunque, sempre un maestro: già il copione è straordinario, scrivere un film del genere è cosa da pochi, anzi, da pochissimi; e la regìa è naturalmente all'altezza della situazione, forte come una roccia ma con la levità, questa sì, della commedia. E un applauso anche all'adorabile Sally Hawkins, davvero straordinaria: a 32 anni è già un'attrice con la maiuscola, di incredibile naturalezza e stupefacente gamma espressiva... Io la amo quella ragazza, anche se non si era capito.

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