giovedì 8 gennaio 2009

Twilight

Della regista Catherine Hardwicke avevo visto qualche anno fa il lungometraggio d'esordio, Thirteen, un bel film sull'invincibile disagio esistenziale delle adolescenti americane. Sensibilità acuta, buon mestiere, belle interpretazioni: un buon lavoro insomma.

Per questo ho deciso di vedere Twilight: volevo capire se, oltre al materiale per i trailer, nel film ci fosse anche qualcosa d'altro. Dopo la visione non sono rimasto deluso soltanto perché in verità non mi aspettavo niente: e niente infatti c'è in Twilight di cui valga la pena parlare. Lo sguardo della Hardwicke nel suo primo film rimane un lontano ricordo: qui la regìa è semplice riciclaggio, a basso regime, di un approccio "alla pari" con l'adolescenza, ma alla fine rimane soltanto una grande superficialità, un'incapacità totale di spiegare o anche solo di rappresentare il mondo giovanile che è oggetto e soggetto del film. Naturalmente non stiamo parlando di un film con ambizioni sociologiche, è chiaro; ma visti i precedenti dell'autrice, qualcosa in tal senso era lecito aspettarselo, perlomeno. 
Quanto al resto, mah: il soggetto del film non sarebbe nemmeno da buttare, la storia d'amore fra i "diversi" non è niente di nuovo ma non c'è nulla di sbagliato nel fare un film fantasy su una ragazza che si innamora di un vampiro suo coetaneo. Purché il film sia ben fatto però: e questo non è proprio il caso. La prima parte si lascia anche guardare, ma la seconda è davvero un peso insopportabile. Verso la fine il film perde totalmente il controllo di se stesso, la sceneggiatura va a rotoli ed è proprio uno sforzo continuare a seguire la vicenda. Gli attori protagonisti più che recitare si fanno guardare: d'accordo, anche questo era prevedibile; ma se Twilight è un film romantico, vuol dire che io non conosco più il significato della parola "romantico". Devo essermi perso qualcosa... Meglio così.

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