martedì 26 giugno 2007

La città proibita

Non sapevo nulla del genere wuxiapan, non ho visto i due precedenti "episodi" firmati da Zhang Yimou, ovvero Hero e La foresta dei pugnali volanti. All'inizio non ero entusiasta, ma il film piano piano mi ha catturato con la sua forza visiva e con il suo crescendo di astratta violenza. Oggi, ripensandoci, credo di avere visto un grande film, un vero e proprio kolossal cinese, con effetti digitali all'ultimo grido e attori di primissima grandezza (la divina Gung Li naturalmente, ma anche Chow Yun Fat e un manipolo di giovani da noi poco noti eppure bravissimi). Film sontuoso, ricchissimo ed elegante oltrechè probabilmente rigoroso nella sua filologia (purtroppo non so nulla nemmeno della storia cinese del X sec. d. C., periodo in cui è ambientato il film), La città proibita dà il meglio di sè, com'è ovvio, nelle scene di combattimento e di battaglia: sequenze dalla perfetta geometria, ma mirabilmente prive di freddezza. Del resto, se il vecchio Yimou non fosse così bravo non avrebbe fatto quello che ha fatto in questi 30 anni, e soprattutto non avrebbe vinto tutto quello che ha vinto (un'occhiata alla sua biografia su MyMovies basterà per farsi un'idea).

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