domenica 7 gennaio 2007

Omicidi per pranzo e cena (grazie TV)

Oramai almeno la metà di ogni telegiornale è occupata da notizie di cronaca nera, più sono grandguignolesche e meglio è. E' una cosa tipica soltanto del medium televisivo, che peraltro ha la particolarità di poter "fare compagnia" alle persone durante le loro attività più banali e consuete, più famigliari detto altrimenti. La televisione, assieme alla radio, può essere seguita facendo altro (mentre non è così, ad esempio, per la stampa o il cinema; per internet invece è in parte così, anche se la fruizione è molto più attiva), ad esempio mentre si consumano i principali pasti della propria giornata; ma a differenza della radio, la tv porta con sè le immagini dei fatti o delle loro conseguenze. Non so quasi nulla di psicologia, ma scommetterei un occhio sul fatto che si sia più "mentalmente disponibili" del solito mentre si mangia: in altre parole, può essere forse che il senso critico sia un po' meno critico, e che si possa accettare più facilmente la sussistenza di eventi sui quali normalmente sarebbe più difficile chiudere un occhio. Se così fosse (e la mia rimane sempre un'ipotesi assurda, perché non basata su alcun tipo di ricerca) l'accettazione dei fatti di sangue e della violenza potrebbe essere più facile se la somministrazione delle notizie ad essi relative avvenisse durante i pasti; come avviene massicciamente oggi. Credo sarebbe interessante effettuare un analisi quantitativa delle diverse "dosi" di notizie di cronaca nera nelle diverse edizioni di uno stesso telegiornale in un'intera giornata: scommetterei l'altro mio occhio sulla possibilità che la rilevanza data a questo tipo di notizie sia molto maggiore durante le edizioni di mezzogiorno e della sera.
A parte questo, quello che succede secondo me è che la tv specula sulla morte dei pochi a beneficio dei molti. E' una cosa che non c'entra molto con quello che ho scritto pocanzi, ma che penso non ne sia nemmeno totalmente distaccata: grazie alla narrazione della morte, la tv consente ai vivi di sentirsi più vivi, e a molti di loro di fare il solito ragionamento "meglio a te che a me". In questo modo naturalmente la tv si autoalimenta perchè il meccanismo non si ferma mai: più morte vedono, più i vivi si compiaceranno (più o meno consciamente, si capisce) della loro vivenza (che per la tv non è uguale all'esistenza). E in più forse (ma questo è un altro discorso), così facendo la tv fornisce gratuitamente idee sempre nuove a coloro che sono naturalmente predisposti a - o ben disposti verso - l'omicidio. Che grande invenzione!

1 commento:

Anonimo ha detto...

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