Leoni per agnelli
Robert Redford è tornato alla regia, sette anni dopo La leggenda di Bagger Vance (The Legend of Bagger Vance, 2000). E' sempre un piacere ritrovarlo e rivederlo: qui è anche attore protagonista, assieme ad altre star come Meryl Streep e Tom Cruise. Si prova una specie di affetto guardando il suo volto scavato dalle rughe e come denudato dal tempo, che ha lasciato l'anima ben visibile: l'anima di un grande uomo di cinema, sempre lontano dal compromesso e dalla superficialità. Questo Leoni per agnelli (Lions for Lambs) conferma prepotentemente l'atteggiamento politico ed esistenziale di Redford, improntato al dubbio, alla riflessione profonda e alla ricerca continua. Lions for Lambs è un'opera filosofica acuta e complessa basata su presupposti semplicissimi: tre dialoghi che si svolgono contemporaneamente, nel giro di un'ora, in luoghi diversi. A Washington, nello studio del senatore repubblicano Tom Cruise che accoglie la giornalista veterana Meryl Streep per un'intervista; in un'università della California, presso lo studio del professore di scienze politiche Robert Redford che ha convocato il suo studente Andrew Garfield per un colloquio chiarificatore; in Afghanistan, sulle alture innevate del teatro di guerra, dove i militari Michael Pena e Derek Luke, rimasti soli, devono fronteggiare la tempesta e il nemico in avvicinamento. Campi e controcampi, inquadrature a camera fissa, pochissimi effetti speciali o altre diavolerie da action movie, perchè la vera azione sta nei dialoghi: avvincenti, serrati, benissimo scritti, fanno del film non soltanto un duro e assai intelligente pamphlet antimilitaristico, ma una vera e propria meditazione sul libero arbitrio e sul destino, oltre che una analisi lucida e impietosa della politica statunitense contemporanea. Poco naturalismo quindi: i personaggi sono palesemente simbolici, e la regia sottolinea questo, oltre che con i (non) movimenti di macchina, tramite la recitazione. Guardate Tom Cruise, come interpreta senza mezzi toni la sicurezza maligna e ipocrita del politico rampante esperto in strategia militare; godetevi le idiosincrasie di Meryl Streep, nervosa, piena di dubbi e tormenti, quanto mai "fisica" nella sua interpretazione; mentre Robert Redford sa dosare alla perfezione la sagacia, l'umanità e la sofferenza di uno scienziato che rifiuta di perdere la speranza nel futuro e la fede in un mondo migliore. Lions for Lambs è un film necessario, di quelli che sanno leggere e interpretare la contemporaneità alla luce del passato, e fare domande imprescindibili sul futuro.